Ritardo dei lavori al nido, a rischio il servizio per l’estate

A rischio c’è il servizio estivo, che non rientra in quello “istituzionale”, ma che è comunque un servizio di cui le famiglie hanno un gran bisogno. Perché in estate non tutti hanno ferie di due mesi e perché i bambini vogliono stare all’aria aperta. Specie quelli più piccoli.
All’Isola Felice c’è oggi però grande incertezza: a poche settimane dall’ultima campanella, infatti, la cooperativa Nos, che gestisce il servizio, non sa ancora come, dove e se potrà svolgere i consueti campi estivi di luglio e agosto, che sono di fatto un proseguimento dell’asilo nido e non solo, visto che in estate accolgono anche i bambini più grandi.
Nella sua sede di via Badia, l’Isola Felice, sarebbe dovuto rientrare otto mesi fa: i lavori di miglioramento sismico dovevano durare infatti pochi mesi, ma come spesso accade nel Comune di Sulmona, così non è andata.
Ad oggi gli ospiti della struttura sono ancora divisi tra la sede di via L’Aquila (quelli fino ai 18 mesi) e quella del nucleo industriale (dai 18 ai 36 mesi): una soluzione discreta, in realtà, ma che non può certo funzionare anche in estate, anche se il contratto con l’Arap durerà fino ad agosto. Perché l’asilo nido, lì dove si trova oggi, non dispone di spazi esterni, né di un giardino degno di questo nome e soprattutto senza alcuna recinzione. Insomma pensare che i campi estivi possano tenersi al nucleo industriale è da escludere.
E così, ancora ad oggi, cooperativa e genitori si chiedono cosa accadrà a partire da luglio.
Dal Comune fanno sapere che i lavori potrebbero concludersi a metà giugno: mancano alcune rifiniture e la tinteggiatura nella struttura antistante, ma è probabile che bisognerà cambiare ditta a cui affidare questa fase finale, il che vuol dire la riconsegna del cantiere e un nuovo affidamento sottosoglia.
L’alternativa potrebbe essere il trasferimento in blocco in via L’Aquila, dove in estate non ci sono i bambini delle materne, “ma l’amministrazione comunale non ci ha fatto sapere ancora niente – spiega una delle responsabili della Nos – ci rinvia di giorno in giorno e noi, come i genitori, siamo in attesa di sapere cosa fare”.
Nella città dove si vive alla giornata e nella speranza.

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