L’altro Festival: sold-out per la prima del dopo Colasante a Muntagninjazz

Sanremo non ti temo: tutto esaurito, e anche da giorni, ieri sera per il concerto di Muntagninjazz Winter, il primo dopo la morte del suo fondatore e presidente Valter Colasante. “Una persona genuina, vera, umana, che mi ha aiutato molto quando ero agli esordi, che ha creduto in me – racconta Fabrizio Bosso che sul palco di Spazio Pingue con Oliver Mazzariello ha portato il suo tributo a Pino Daniele -. Una persona lungimirante e che credeva molto nei giovani, che ha fatto di Muntagninjazz un progetto di qualità”.

La commozione non manca in sala, ma l’appuntamento in calendario non è per commemorare, per piangere. Non di certo in questo caso, non per un uomo che ha fatto del suo funerale un incontro festoso. Muntagninjazz guarda avanti e lo fa presentando, proprio per l’occasione, il suo nuovo presidente, Daniele Quaglieri, e lanciando con largo anticipo l’edizione estiva con un video che promette un ricco cartellone. “Muntagninjazz 2024 si farà” annunciano Daniele e Simone, il figlio di Valter, che con Daniele ha preso le redini della direzione artistica: “Papà ci ha insegnato a programmare i concerti e noi siamo pronti”.

Si va avanti, nonostante e soprattutto per Valter, nonostante la Regione abbia escluso il Festival sulmonese dai grandi eventi negandogli quei 20mila euro che erano ossigeno. “Qualcosa ci ha fatto avere la consigliera regionale Antonietta La Porta – raccontano dall’associazione – ma si tratta di cifre ridotte”. Che poi il punto non sono tanto e solo i soldi, quanto la giustizia e l’orgoglio nel veder riconoscere un evento di qualità dalle istituzioni. Sempre molto attente, però, a finanziare sagre di paese o poco più.

La tromba di Bosso scorre sulle note del piano di Mazzariello, come onda sullo Scoglione di Marechiaro, dipinge a tinte tenue e jazz i vicoli di Napoli. La carta spuorc. In pochi guardano il telefono, nessuno si informa sull’andamento del Festival di Sanremo: “Un’edizione senza grandi picchi – commenta Bosso che all’appuntamento ligure è stato più volte protagonista – se non per la straordinaria performance di Giorgia”.

Oggi c’è un altro Festival da onorare, un nuovo Festival, quello che Valter Colasante ha portato per mano fino alla morte e che alla morte sopravviverà.

12 Commenti su "L’altro Festival: sold-out per la prima del dopo Colasante a Muntagninjazz"

  1. “Sanremo non ti temo:TUTTO ESUARITO, e anche da giorni, ieri sera per il concerto di Muntagninjazz Winter, il primo dopo la morte del suo fondatore”.. Questo è, correttamente, l’incipit dell’articolo.
    Tuttavia il titolo è “L’altro Festival: SOLD-OUT per la prima del dopo Colasante a Muntagninjazz”.
    Perché “SOLD-OUT”, che non è termine italiano, anziche “TUTTO ESUARITO” anche nel titolo?
    Forse che nella redazione de “Il Germe” non si sentono italiani o si vergognano di usare la lingua di Dante?
    Oppure, forse che in redazione pensano che sparare un po’ di inglisc qua e là aumenti il prestigio e le tirature della testata?

    • Un commento insignificante come questo, andrebbe bannato. E state zitti ogni tanto porca miseria!

    • Lei deve avere una vita difficile signor Mingaver

      • Io ho fatto un commento che, per una volta, non entrava nel merito dei contenuti ma della forma con cui essi erano espressi, rappresentando una mia critica.
        Posso capire certi commenti della gente comune poiché diversa è la gente e diversa è la sensibilità delle persone su qualunque tema, compreso quello oggetto della mia critica (il linguaggio giornalistico).
        Ma quando un certo tipo di commento (“Lei deve avere una vita difficile signor Mingaver”) vien fatto dalla redazione del giornale, allora significa che mancano del tutto le basi per esaminare im senso critico le mie osservazioni e gli argomenti per ribattervi.
        Ma forse vi è stata una mia colpevole sopravvalutatazione: siamo nella redazione de “Il Germe”, non de “Il Centro” né tanto meno del “Corriere della sera”.
        Siamo nella redazione di una testata di paese, non siamo all’università dell’Aquila. Quindi, ammetto d’aver sbagliato io.

        • Signor Mingaver, alla sua “critica” avremmo potuto rispondere con una lunga disquisizione filologica che attraversa gran parte dell’accademia. Tematica, quella dell’uso degli anglicismi entrati a far parte dell’uso comune per una lingua che è in continua mutazione, che è ormai materia conosciuta anche alle scuole medie. Ma è talmente banale ciò che ha scritto, talmente retrò, talmente fuori contesto, che non vale la pena neanche risponderle. Colgo l’occasione per informarla che la “testata di paese” ha una media di lettori di gran lunga superiore alla media regionale e un’autorevolezza riconosciuta indistintamente non solo a livello regionale. Sì, ha sbagliato. Soprattutto nel fare satira su argomenti di cui non ha alcuna cognizione.

          • Non c’è nessuna disquisizione filologica (o, per meglio dire, linguistica) da fare.
            Sono palesemente inconsistenti gli argomenti che, per sostenere il suo “Sold-out”, Lei ha addotto; e, peraltro, li ha esposti soltanto in seconda battuta (avrebbe infatti potuto scriverli nella sua prima replica anziché alludere alla mia “vita difficile”, come invece ha fatto in prima battuta).
            L’inconsistenza della risposta la evidenzia la logica stessa: dato che la lingua è dinamica e si evolve possiamo allora anche scrivere senza regole di ortografia, di sintassi e di grammatica, difendendo tale prassi col dinamismo della lingua e col fatto che anche alle medie scrivono – magari comunque compresi da chiunque – un linguaggio sgrammaticato.
            Io non ho il piacere di conoscerla; ma, se non la disturba, appena rientro in Italia (adesso sono all’estero) Le invio in dono un libro, dal titolo “Diciamolo in Italiano”, del prof. Antonio Zoppetti, a cui potrei aggiungere, se mai Lei fosse interessato, una serie di articoli dell’Accademia della Crusca.
            Almeno che, a priori, non si voglia già fin da adesso affermare che pure costoro “hanno una vita difficile”, non avendo nessuno di essi compreso quanto dinamica sia la nostra lingua!

            Quanto all’autorevolezza della “testata di paese” gliela riconosco pure io: a me piace “Il Germe” e non faccio fatica a capire perché ha molto seguito.

    • Vede signor Mingaver, io non ho studiato su Wikipedia, ma ho passato anni all’università a studiare de Saussure, Benveniste, De Mauro. Non so se le loro opere e i loro studi sono pubblicati sull’università del web, ma nel caso non riuscisse a trovarli provi in qualche libreria o biblioteca universitaria, sono sicuro che ne hanno persino nella sua L’Aquila.

    • Luigi Gagliardi | 11 Febbraio 2024 at 13:33 | Rispondi

      Dai Minghia ti spalleggio io!
      Sarebbe meglio spostare il Muntagninjazz a L’Aquila! 😂😜

  2. La città Cenerentola | 10 Febbraio 2024 at 09:15 | Rispondi

    Regione, manco a dirlo, sempre matrigna verso questa città.
    Matrigna e miope, perché non riesce in nessuna circostanza, a scorgerne le molteplici potenzialità di richiamo turistico e quindi di crescita per il territorio.
    Potenzialità legate alla sua intrinseca bellezza, alle sue tradizioni e alla sua storia.
    Regione che poi però, è ben contenta, per altre realtà, di distribuire milioni, ad esempio a squadre di calcio,senpre per favorire il richiamo turistico.
    Un plauso ai ragazzi che vogliono continuare a far crescere il Muntagninjazz nel ricordo di Walter.

    • No, no, non sono d’accordo. La Regione è perfettamente a conoscenza delle potenzialità della più affascinante tra le città abruzzesi, come noto.
      Ho paura che il problema sia proprio quello.
      Si continua ad evitare che alzi troppo la testa.

  3. Spero che il presidente Marsilio ritorni alla sua Roma…in Abruzzo è un pesce fuor d’acqua

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