Lola Di Stefano, chiusa la palestra. La visita del Germe tra i banchi

Ogni classe ha la sua Lim (la lavagna elettronica), i termosifoni protetti, le pareti dipinte di azzurro dal progetto “La buona scuola”, gli studenti ordinati a dire buongiorno ad ogni passaggio. Insomma, ad entraci, la Lola Di Stefano non sembra quella descritta dall’esposto inviato a magistratura, dirigenti e politici, qualche giorno fa e sul quale Il Germe ha fatto qualche verifica specie sulle firme, molte delle quali risultano false. Ma non è certo il numero dei firmatari il problema, quanto le criticità denunciate nel documento che ieri siamo andati a verificare di persona. E non solo noi, visto che il Comune ha fatto ieri stesso un sopralluogo per capire come intervenire.
Di cose che non vanno ce ne è più di una, in realtà, e tra queste è arrivata proprio ieri, inaspettata, la chiusura della palestra della scuola: come avvenuto per il palazzetto dello sport, qui, è stato il Comune a mettere i lucchetti allo spazio. La palestra della Lola Di Stefano, infatti, è stata negata alle attività sportive esterne (arti marziali e basket) su ordine dell’ufficio sport di palazzo San Francesco. Il motivo, anche qui, “in attesa dell’attestazione del quarto settore sulla idoneità e agibilità della palestra, anche sotto il profilo igienico-sanitario, della manutenzione, fruibilità e sicurezza”. Tanto è bastato, ovviamente, ad estendere l’interdizione della struttura anche agli alunni che, di fatto, come quelli della Lombardo-Radice, sono da oggi senza uno spazio per fare educazione fisica. Materia, vale solo la pena ricordarlo, che è parte integrante dell’offerta didattica obbligatoria.
Non proprio rispettoso dell’ordinanza sindacale è poi l’uso delle aule al primo piano dell’edificio: secondo le prescrizioni dovrebbero essere al massimo tre le stanze utilizzate, ma nei fatti quattro le occupano gli uffici amministrativi e altre tre sono destinate ai laboratori “che non ancora iniziano”, per l’uso dei quali la preside ha stabilito un servizio di prenotazione per evitare affollamenti.
Fondate anche le lamentele sulla presenza di una sorta di discarica nel piazzale retrostante, un’area di raccolta alunni in caso di necessità che il Comune ha deciso ieri di delimitare con delle reti metalliche.
Così come preoccupante e irrisolto resta il problema del muro esterno della scuola che le radici di un albero stanno pericolosamente spingendo verso l’esterno. Problema, questo, di non facile soluzione: per abbattere e ricostruire il muro, infatti, occorre, oltre ai soldi, il permesso della sovrintendenza che, però, chissà dove era quando una cabina Telecom è stata incastonata nel perimetro della scuola, demolendo proprio quel muro e probabilmente indebolendo la sua resistenza alla spinta delle radici. Senza contare che rifare il muro senza eliminare il problema, non risolverebbe molto la cosa: insomma bisognerebbe abbattere l’albero. Tecnicamente parlando.

(la foto allegata all’esposto)

Poi la parte dolente dei bagni: la foto allegata nell’esposto, assicurano tutti a scuola, è vecchia di almeno due anni. E in effetti, oggi, i bagni della materna sono tutti e sei (e non quattro) funzionanti. Però come scritto nell’esposto mancano le porte, la pavimentazione (sostituita da cemento a raso) e la rubinetteria non è a norma. Le condizioni igieniche, però, non sono così drammatiche come lamentato nella denuncia, anche se una mano di vernice non guasterebbe per coprire qualche infiltrazione di troppo. Bagni igienicamente impeccabili anche per gli studenti della primaria che, però, devono dividersi in 236 solo quattro bagni, perché uno è fuori servizio e un altro dedicato agli adulti.

(i bagni della materna oggi)

Per la mensa è confermata anche quest’anno il consumo sui banchi (“ma viene pulito ogni volta a fine pranzo”): alternative non ce ne sono a quanto pare e lunedì prossimo, teoricamente, la nuova concessionaria, la Vivenda, dovrebbe iniziare il servizio (ma non ci sono comunicazioni ufficiali).
Infine la sicurezza e la vulnerabilità sismica: la Lola Di Stefano, che come le altre non ha certo indici rassicuranti, ma sarebbe stata resa “sicura” proprio dall’alleggerimento dei piani superiori, è tra le scuole destinataria di un finanziamento delle Scuole in sicurezza: 2,1 milioni di euro che restano tali nonostante una parte di essi siano stati spostati (930mila euro dell’assicurazione) su altri lavori così come spiegato dall’assessore Angelucci qualche giorno fa: “Il Cipe – chirisce l’assessore – ha coperto tutto l’importo necessario”.
Sperando sia sufficiente a fare i lavori, sempre che partano. Prima o poi.

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