Mafia, convivenze e connivenze

E che delle risse sui posti da prendere in consiglio comunale, delle battute da bar fatte nelle sedi istituzionali, della “a chi tocca a sto giro” e a chi l’appaltuccio, evidentemente non se ne può più. Davvero. Sarà per questo che negli ultimi due giorni la città sembra essersi risvegliata in due appuntamenti gremiti di pubblico e di interesse, entrambi celebrati nella sala, troppo stretta, della Comunità montana peligna, visto che quella consiliare “non si può dare alle iniziative politiche”. Come se la politica fosse una bestemmia.

E invece la politica, quando fatta di contenuti e questioni, è capace persino di provocare riflessioni e dibattiti, senza ghigni e parolacce. Due giorni diversi per temi e platea, ma due giorni che hanno restituito un po’ ai partiti e alla politica il loro ruolo costituzionale: il primo, quello di giovedì, organizzato da Sbic, sulla partecipazione e il centro storico, e l’altro, quello di ieri sera, organizzato dal Pd, sul tema e i pericoli delle infiltrazioni mafiose sul territorio, moderato dal giornalista del Corriere Giuseppe Guastella.

Niente accademia, ma tanta concretezza e numeri, che hanno sbattuto in faccia, ieri, a giovani e anziani, imprenditori e studenti, amministratori e semplici cittadini, il quadro di un territorio che è tutt’altro che esente dal fenomeno. Quello delle mafie. E che ha proposto anche una via di difesa, piuttosto che di fuga, con l’elaborazione di un protocollo d’intesa che gli enti locali, dai Comuni alla Regione, dovrebbero adottare. Un documento di trasparenza amministrativa, basato sulla pubblicazione per protocollo, appunto, di nomi e visure camerali delle società che hanno a che fare con la pubblica amministrazione, i beni venduti e affittati, nel pubblico, ma anche nel privato, specie se si tratta di capannoni industriali e artigianali. Lì dove le mafie comprano, lavano soldi e nascondono rifiuti.

All’ospite d’onore, l’eurodeputato Franco Roberti, già procuratore nazionale antimafia, ha dato qualche numero la relazione dell’avvocata Teresa Nannarone: mezz’ora di appassionata e dettagliata elencazione di fatti. Muovendo dalle relazioni del Direzione nazionale antimafia del 1997 e del 2007, per finire ai fatti di cronaca sotto il nostro campanile, non tutti noti all’opinione pubblica, come l’arresto nel 2015 del camorrista Mallardo che al cimitero di Sulmona aveva fissato la sua sede di incontri malavitosi. O ancora, quelli più noti e mai conosciuti, dell’incendio del Morrone, di quello dei mezzi del Cogesa, delle mafie dei pascoli, dei traffici di droga, del gioco d’azzardo, dei rifiuti. Tutte attività di cui la malavita organizzata si nutre e che sul nostro territorio registrano preoccupanti livelli.


Tanto che, dice l’ultimo report della Dna del 2018, la ‘ndrangheta ha in Abruzzo una presenza stanziale, la camorra è molto attiva, la criminalità pugliese gestisce i patrimoni, la slava e l’albanese con i traffici di droga e quella nigeriana con la tratta delle schiave-prostitute. I numeri, ancora, dicono che in Abruzzo ci sono 243 immobili e 245 società sotto sequestro per mafia. E tra queste ci sono esempi anche a Sulmona e nell’Alto Sangro, dove la presenza del supercarcere favorisce lo stanziamento di famiglie malavitose.
“Passare dalla convivenza alla connivenza è facile – ha spiegato Roberti – perché oggi le mafie proliferano sulla corruzione e gli affari, usando il braccio armato solo marginalmente. Un territorio come quello dell’Abruzzo interno è molto vulnerabile, per contiguità geografica con la Campania e la Puglia e per la povertà che spesso fa vedere nelle mafie una via breve alla soluzione dei problemi economici”.

Il segretario regionale del Pd Michele Fina ha annunciato l’apertura di un Forum regionale antimafia, mentre Roberti si è impegnato a convincere la Regione Abruzzo ad adottare il protocollo, anche perché è una delle poche Regioni a non averlo. La battaglia non è facile, né breve; ma avere la consapevolezza di “stare in trincea” è già un passo in avanti. Un passo della Politica.

1 Commento su "Mafia, convivenze e connivenze"

  1. Interessante sapere che non c’era nessun rappresentante del comune di Sulmona a prescindere dal colore politico

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