MIR, la legge è fuori legge. L’Anac censura la Regione

La legge che istituisce il Museo del Realismo a Sulmona è da rifare, o almeno da correggere: l’Anac, nel rispondere al parere richiesto dal Comune di Sulmona per l’eventuale nomina di un consigliere comunale nel Cda della Fondazione, ha infatti evidenziato come il testo della legge sia in contrasto con la normativa nazionale.

In pratica per gli stessi motivi per i quali l’Anac ha dichiarato inconferibile l’incarico a Teresa Nannarone – ovvero ad un consigliere comunale di Sulmona – contesta alla Regione la previsione di inserire nella governance del Museo (art. 36, comma 5) un consigliere regionale.

“La normativa regionale, quindi, legittima il conferimento dell’incarico di consigliere di amministrazione ai componenti del consiglio regionale – scrive l’Anac – in deroga a quanto previsto dall’art. 7 d.lgs. n. 39/2013 (comma 1, lett. d). Tale opzione, invero, risulterebbe non conforme al riparto di competenze legislative e agli orientamenti espressi dall’Autorità sul punto”.

In sostanza l’Anac fa presente che gli amministratori, siano essi comunali (per Comuni sopra ai 15mila abitanti), provinciali o regionali, non possono ricoprire incarichi gestionali in enti controllati dalle stesse amministrazioni e questo per un periodo di due anni dalla loro cessazione del loro ruolo amministrativo e politico. Non possono per legge, insomma, nel caso, come in quello del MIR, in cui il Cda – nonostante la partecipazione gratuita e senza rimborsi – abbia poteri gestionali e nella legge regionale si riconosce al Cda poteri di amministrazione straordinaria.

Il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che doveva presenziare almeno all’insediamento in qualità di rappresentante istituzionale, non potrà farlo e dovrà indicare qualcuno estraneo al ruolo amministrativo da almeno due anni.

“Non è consentito al legislatore regionale – aggiunge l’Autorità anticorruzione – disciplinare la materia dell’anticorruzione, tanto con disposizioni in contrasto, quanto con disposizioni ulteriori, anche più restrittive, rispetto alla legge statale”.

La legge è fuori legge, insomma.

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