Mitigazione sismica, dopo quattro anni si ricomincia “da capo”

Le lettere stanno arrivando in questi giorni, una sessantina in tutto tra la sorpresa e anche un po’ la rassegnazione dei settantuno beneficiari dei fondi per la mitigazione del rischio sismico. Perché i quasi quattro anni di attesa, da quando furono fatte le graduatorie al Comune di Sulmona, non sono bastati per definire le pratiche. Nonostante le promesse e gli annunci. Insomma per avere i fondi ci vorrà ancora del tempo a quanto pare e, soprattutto, un’ulteriore integrazione documentale che è quello che in questi giorni l’ufficio sisma del Comune sta richiedendo nella sue lettere.
Il cambio di dirigente e l’ennesimo cambio di assessore al ramo, evidentemente, ha cambiato per l’ennesima volta anche le carte in tavola.


E per gli interventi di mitigazione sismica, due milioni di euro pronti da spendere dall’inizio del 2016, si ricomincia se non da capo quasi.
Una delle tante storie infinite della burocrazia di palazzo San Francesco insomma, che un anno e mezzo fa sembrava essere finalmente stata risolta dopo anni e anni di stallo. Con l’allora assessore Antonio Angelone che aveva provveduto a rinominare il responsabile dell’ufficio e ad affiancargli del personale.
Il cambio di passo e di sedia, però, probabilmente non ha funzionato fino in fondo se ancora oggi, a distanza di tempo, i beneficiari anziché ricevere bonifici ricevono richieste di integrazioni documentali a progetti che si pensava fossero stati già incartati e timbrati da tempo.


Dei settantuno progetti uno solo è stato evaso completamente, una decina sono stati validati, ma non ancora sono stati avviati i lavori, e i restanti sessanta, appunto, devono rispondere alle richieste di ulteriori integrazioni avanzate, dopo quasi quattro anni dalla graduatoria, dal Comune di Sulmona.
Il problema, spiegano dall’ufficio sisma, è che le domande presentate su cui era stata stilata la graduatoria si basano su autocertificazioni che, evidentemente, vanno verificate fino in fondo prima di erogare il contributo richiesto. E così si torna all’anno uno, se non proprio zero.


Sperando che non vada a finire come è stato per i fondi destinati alle riparazioni per danni di tipo A del sisma 2009, quelli cioè che rimborsavano con massimo 10mila euro piccoli interventi di sistemazione e rinforzo, ma dove centinaia di aventi diritto (la metà almeno) alla fine hanno rinunciato ad accedere al contributo perché sfiniti o perché non più in grado di fornire la documentazione e accontentare l’ennesima richiesta di integrazioni avanzata dal Comune.

1 Commento su "Mitigazione sismica, dopo quattro anni si ricomincia “da capo”"

  1. Ma è giusto continuare a credere a queste forme di contributo? Quale livello di mitigazione sismica si riesce a raggiungere con simili fondi, considerando anche le lungaggini della macchina pubblica?
    Non sarà il caso di intraprendere altre strade?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*