Nuova Cuc: un matrimonio all’insaputa della sposa

La proposta di delibera per l’ingresso di Pettorano sul Gizio, licenziata ieri dalla commissione, approderà in consiglio comunale a Sulmona il prossimo 31 ottobre, sul filo del rasoio, cioè, con la scadenza e lo scioglimento di fatto della Centrale unica di committenza formata nel 2015 con il Comune di Pratola.
Dal primo novembre, infatti, Sulmona non potrà più fare gare d’appalto e per l’acquisto di beni e servizi dovrà rivolgersi, laddove sia possibile, al Mepa o alla Consip.
La strategia dell’amministrazione comunale sulmonese è quella di sostituire Pratola con altri Comuni, con la prospettiva di far entrare Pettorano sul Gizio e, a gennaio, Prezza e Roccacasale. Ma l’operazione è di controversa interpretazione normativa: c’è chi sostiene, infatti, che non è possibile semplicemente sostituire un Comune con un altro e che di fatto la procedura di creazione di una nuova Cuc deve essere fatta da capo.
Di certo, però, tra la Cuc del prima e del dopo non ci sarà continuità e non solo perché non ci sono i tempi tecnici per l’ingresso di Pettorano prima dello scioglimento formale della Centrale, ma anche e soprattutto perché l’ingresso di Pettorano non ha nulla di ufficiale e giuridicamente rilevante.
Nella proposta di delibera che sarà sottoposta al consiglio, infatti, il Comune di Sulmona parla di una nota del sindaco di Pettorano risalente al 16 ottobre scorso, nella quale si comunica l’intenzione di aderire alla Cuc di Sulmona. Un atto che non ha alcun valore amministrativo e giuridico, se è vero, come dimostra d’altronde lo stesso punto all’ordine del giorno introdotto da Sulmona, che l’adesione ad una Centrale unica di committenza e la convenzione relativa, devono per legge essere sottoposte al voto del consiglio comunale.
E a Pettorano della nuova Cuc, a parte il sindaco, non sa niente nessuno. Non c’è una delibera di giunta, tantomeno una delibera di consiglio, né la convocazione di un consiglio comunale entro il 31 ottobre che possa far presagire ad un documento da approvare. Anzi l’opposizione ha spiegato come, del fatto che il Comune di Pettorano stesse passando con la Cuc di Sulmona, loro, lo hanno appreso dai giornali e dalle esternazioni del sindaco di Sulmona.
Sarebbe curioso, d’altronde, per Sulmona approvare “il matrimonio” con Pettorano, con il rischio che poi questo matrimonio non venga approvato dai “parenti della sposa”.
E allora, ci si chiede, di cosa esattamente andrà a discutere il consiglio comunale di Sulmona martedì prossimo?
Una cosa è certa: Sulmona senza Centrale unica di committenza, non essendo capoluogo di provincia, da mercoledì non potrà fare più gare: per la refezione scolastica, per il front e back office, per i lavori nelle scuole, solo per fare qualche esempio. In attesa che la grande famiglia si allarghi quel tanto necessario da non mostrare più uno specchio che certifica l’isolamento della città territorio.

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