Un buco nell’acqua

Consumi aumentati e siccità che durante tutta l’estate non ha dato tregua al territorio anche se preannunciata con largo anticipo. Sono questi i motivi che hanno spinto il Comune di Sulmona ad adottare misure finalizzate a disciplinare l’utilizzo delle risorse idriche disponibili al fine di garantire a tutti i cittadini di poter soddisfare i bisogni primari per l’uso alimentare, domestico e igienico e per prevenire situazioni di crisi idrica nella stagione estiva in corso.

In giornata il sindaco Annamaria Casini ha firmato un’ordinanza che impone da oggi, fino al 30 settembre, l’utilizzo responsabile delle risorse idriche da parte dei cittadini. Sarà severamente proibito utilizzare l’acqua per usi non primari, in particolare, irrigare orti e giardini, lavare strade, marciapiedi e cortili, autovetture, moto e caravan, e, in ogni caso, usare l’acqua potabile per usi diversi da quelli previsti dalla concessione (domestici, igienici, zootecnici). I trasgressori saranno puniti con la sanzione amministrativa, stabilita con la presente ordinanza, da € 25,00 a € 250,00.

Tanto di cappello per un’ordinanza che, specie in questo periodo storico, invita all’uso razionale dell’acqua potabile. Peccato che il 90% dell’irrigazione della città di Sulmona per mantenere il verde pubblico viene effettuata proprio con l’acqua potabile. Più che uno scivolone sulla buccia di banana verrebbe da dire un buco nell’acqua da parte della Casini.

Infatti l’irrigazione del prato inglese della nuova area camper viene effettuata con acqua potabile. Stesso discorso vale per i giardinetti di Porta Napoli, quelli Capograssi, quelli dell’Annunziata (con l’irrigazione aggiustata a carico di un privato), quelli di via Togliatti e ancora rotonde e spartitraffico, da San Panfilo a via della Repubblica. E se non fosse stato per l’installazione del manto in sintetico, anche il manto verde dello stadio Pallozzi sarebbe stato irrigato con acqua utile per abbeverarsi. Tutti allaccia abusivi, nessuno che al Consorzio di bonifica risulti intestato a palazzo San Francesco.

Insomma, il Comune prima chiede ai cittadini di centellinare l’acqua potabile, quando questa esce a fiumi per la cura del decoro urbano. Facendo un rapido calcolo, prendendo le oltre cento fontane sul territorio e moltiplicando per l’importo massimo di 250 euro verrebbe fuori una sanzione grande quanto un oceano. Come perdersi in un bicchier d’acqua.

3 Commenti su "Un buco nell’acqua"

  1. E se si mettesse in cantiere un bel progetto di rifacimento di tutta la rete idrica che è un vero colabrodo?…Spero non sia argomento di campagna elettorale!!!

  2. Sandro De Panfilis | 13 Agosto 2021 at 21:36 | Rispondi

    Il buco più che altro ce l’hanno in testa con provvedimenti che contraddicono atti e realtà fattuali come quelle descritte facilmente verificabili.
    Coraggio!!! Manca poco e poi tutti a casa finalmente!!!

  3. E ti pareva che non doveva essere colpa della Casini

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