Badante-moglie picchia il marito di 40 anni più anziano, condannata

Che fosse amore vero qualche dubbio lo avevano avuto subito i familiari: lei quarantenne badante di origine rumena, lui ottuagenario di Sulmona portatore di handicap e su una sedia a rotelle. Il rapporto di lavoro, badante-badato, si era così trasformato in un matrimonio: convolati a nozze nel 2011, però, la vita coniugale non si era rivelata proprio di miele. Specie per lui che, stando a quanto raccontato alla procura della Repubblica di Sulmona, da quella donna aveva ricevuto a partire da quella data solo botte, offese e vessazioni. “Cecato, pezzo di merda, pisciasotto” e poi ancora schiaffi e termosifoni spenti in pieno inverno.
Un calvario durato tre anni, fin quando nel 2014 l’anziano aveva deciso di chiedere aiuto ai suoi due figli che lo avevano tolto da quell’appartamento e trasferito in una casa di riposo, dove sarebbe poi morto qualche tempo dopo.
Per lei, Marinala Sacaleanu, quarantasette anni, invece, la denuncia in procura si è trasformata in un capo di imputazione per maltrattamenti in famiglia e ieri in una condanna da parte del tribunale di Sulmona: due anni e otto mesi di reclusione, ha deciso il giudice Marco Billi.
“Un processo anomalo – sostiene il difensore della donna, Anna Maria De Angelis – nel quale le accuse mosse in fase di indagini, non sono state confermate in fase dibattimentale per la morte della parte offesa. E’ plausibile che la mia assistita fosse mossa più da interessi che da amore, ma non è stato provato che maltrattasse suo marito. Per questo ricorreremo in Appello”.
A supportare la tesi dell’accusa, però, ci sono le registrazioni di quella testimonianza che l’anziano aveva fatto alla polizia giudiziaria prima della sua morte e il sospetto, mai fugato da parte della famiglia, che il matrimonio e la storia d’amore erano stati solo uno strumento per mettere le mani sul patrimonio e sulla pensione dell’anziano.

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