Le missive d’amore mai scritte: arriva la “Cassetta delle Lettere d’Amore Perdute”

C’è una casa, anzi una cassetta per tutte quelle lettere d’amore di coloro che hanno paura di un rifiuto. Per tutti quei pensieri mai imbustati, per tutti quei sentimenti mai messi nero su bianco, per tutte quelle emozioni mai trasformate in parole. Si tratta della “Cassetta delle Lettere d’Amore Perdute”, che verrà inaugurata il prossimo 14 febbraio, giorno di San Valentino, a San Benedetto in Perillis.

L’idea è stata partorita dalla mente di Paolo Fiorucci, al secolo “Il libraio di notte”. “Dove vanno a finire le lettere d’amore che non spediamo o quelle che scriviamo ma non spediamo? – scrive Fiorucci annunciando l’installazione della cassetta -. La verità è che non vanno da nessuna parte, e alla fine si perdono. Allora ho pensato che forse c’è bisogno di un luogo che possa far vivere queste parole, almeno per il tempo di una lettera”.

Le lettere potranno essere imbucate in forma anonima. Le più belle, quelle che colpiranno il Libraio di notte, verranno pubblicate sulla pagina Facebook dell’ideatore. Tutte le buste saranno consegnate periodicamente a Massimo Pamio, inventore del Premio Lettera d’Amore e fondatore del Museo della Lettera d’Amore, unico al mondo, che ha sede a Torrevecchia Teatina.

La Cassetta delle Lettere Perdute diventa così un modo per dare sfogo alle emozioni dei più timidi, degli insicuri, di chi pensa di non essere all’altezza dell’amata o dell’amato, e di chi crede che per amare ci vuole coraggio. O quantomeno crede che ce ne voglia per dichiararsi. Perché la paura non è tanto quella di aprire il proprio cuore, quanto quella di andare a sbattere contro un muro fatto con mattoni cementati dai “no”.

In un’epoca in cui la missiva è in via di estinzione quella del Libraio di notte è un’idea rivoluzionaria. Niente reactions su Instagram, messaggi in direct o “like tattici” a foto e post sulle piattaforme social. Si ritorna alla penna e al calamaio; al tempo speso per la ricerca delle parole e alla stesura del testo. Si ritorna all’attesa della risposta, al sorriso sul volto mentre gli occhi corrono lungo le righe, al romanticismo di un passato ormai remoto.