Il compito non sarà facile, perché al di là dell’amministrare – o comunque contribuire a farlo – il nascente Museo del Realismo, il membro del consiglio di amministrazione di nomina comunale dell’omonima Fondazione, dovrà anche e soprattutto, come prima cosa, cercare di ricucire uno strappo doloroso, quello cioè che qualche giorno fa ha portato gli eredi dei due principali maestri del Realismo sulmonese, Italo Picini e Gaetano Pallozzi, a scagliarsi proprio contro il Museo e la Fondazione e ad annunciare che mai e poi mai le collezioni private dei due artisti solcheranno il portone di palazzo Sardi, ovvero dell’ex Comunità montana peligna dove il MIR dovrebbe avere la sua sede.
Venerdì scorso con la scadenza dell’avviso pubblico fatto dal Comune per reperire il candidato, i nomi che si sono fatti avanti sono stati tre: quello dell’ex assessore alla Cultura e presidente dell’Archeoclub Alessandro Bencivenga, quello della consigliera comunale Teresa Nannarone (già assessora provinciale) e, immancabile, quello del professor Raffaele Giannantonio, già consulente del nascente (anche questo) Museo Ovidio, nonché presidente del Premio Sulmona.
L’incaricato dal Comune avrà il compito di rappresentare la città in seno al consiglio di amministrazione della Fondazione che dovrebbe essere composto dal rappresentante della Regione, della sovrintendenza, degli Amici del MIR e da eventuali partner privati.
Nel piatto, al momento, ci sono solo i 300mila euro stanziati dalla Regione nei prossimi tre anni con apposita legge, mentre il Comune ha dovuto ritirare la sua adesione, fatta a giugno, per un vizio burocratico (ma sostanziale): la delibera era stata varata dalla giunta, anziché dal consiglio comunale a cui spetta decidere sulle partecipazioni del Comune e su eventuali poste in bilancio da riservare allo scopo.
Un percorso ad ostacoli quello del MIR che, fortemente voluto dalla consigliera regionale Antonietta La Porta, è partito in salita e non sta avendo vita facile.
Le tensioni createsi con gli eredi di Picini e Pallozzi, però, al momento sembrano essere uno scoglio molto ingombrante da superare, perché l’idea del Museo è nata da Vittorio Sgarbi, oggi sottosegretario alla Cultura, proprio pensando al patrimonio artistico dei pittori peligni e in particolare di Picini e Pallozzi. Un Museo del Realismo a Sulmona senza le loro opere, nascerebbe senza dubbio monco della sua parte vitale. Molto dipenderà dalla capacità che avrà l’interlocutore del Comune di ricucire lo strappo, sempre che non ne sia stato causa.
Per Sulmona tutto è in salita..tutto è complicato…
Chissà se l’incarico è gratuito o a pagamento…
“la delibera era stata varata dalla giunta, anziché dal consiglio comunale a cui spetta decidere sulle partecipazioni del Comune e su eventuali poste in bilancio da riservare allo scopo.” In altre parole mi state dicendo che chi amministra il comune non sa come funziona l’amministrazione del comune?
Con Alessandro Bencivenga si hanno concrete possibilità di progresso. Su Giannantonio non mi esprimo. Ma le competenze della Nannarone in materia quali sarebbero?
questo bando per l’individuazione del membro va annullato in radice mancando il presupposto dell’ adesione alla Fondazione del Museo del Realismo che deve essere deliberato dal Consiglio Comunale.
Quando il Consiglio avrà deliberato si procederà con il relativo avviso
Le solite polemiche autolesionistiche per la città di Sulmona
est modus in rebus
2 tecnici ed un politico…
Per quanto umanamente condivisibili, le motivazioni dei Picini e dei Pallozzi dovrebbero trovare una sintesi con gli interessi di un ideale superiore che è la città di Sulmona. Se il museo del realismo, tra l’altro unico in Italia, non si dovesse realizzare in città, state pur certi che qualche altra località ne approfittera’ e Sulmona avra’ perso la sua ennesima occasione.
Egoismi e contrapposizioni sono veleno per questa città e finiranno per essere le sue sabbie mobili stroncando definitivamente ogni speranza di rinascita.
Io penso che al di la’ delle ragioni degli eredi più o meno legittime il gesto nobile sarebbe quello di far apprezzare e godere le opere dei loro congiunti al pubblico
anziche’ tenerle magari al chiuso in qualche magazzino.
Potrebbe essere un modo di mantenere viva l’attenzione e l’ammirazione per questi artisti
orgoglio della nostra citta’.
Museo del Realismo?Forse.
Situazione irreale? Sicuro