Bancarotta fraudolenta del locale milanese, revocati i domiciliari per Pallotta

Sono stati revocati gli arresti domiciliari per Claudio Pallotta, 74enne sulmonese accusato lo scorso giugno di bancarotta fraudolenta della società Refresh che gestiva il locale milanese “Bomb”. La misura è stata revocata dal gip del Tribunale di Milano, Alessandra Di Fazio, che ha accolto l’istanza dei legali di Pallotta, Guido Colaiacovo e Teresa Nannarone.

Il sulmonese, domiciliato tra Milano e la Spagna, è invischiato nell’operazione della Procura della Repubblica di Milano, chiamata come l’omonimo locale meneghino in va Pasubio. Cinque gli avvisi di garanzia e quattro misure cautelari scattate lo scorso giugno, una delle quali ha colpito proprio lo stesso Pallotta. L’accusa è quella di aver distratto milioni di euro, fino a decretare il fallimento della società Refresh”, di cui Pallotta è stato amministratore unico dall’aprile 2016 all’aprile 2018.

Secondo l’accusa, il sulmonese avrebbe distratto dal conto della società centinaia di migliaia di euro attraverso prelievi bancomat, assegni, sottrazione e fusione di quindici lingotti d’oro (per un totale di quasi tre chilogrammi) e tramite contratti simulati d’azienda, con affitti mai pagati per decine di migliaia di euro.

Agli arresti erano finiti anche Luca Fallarino e Alessio Vacca, coinvolti nel febbraio 2022 in una delle più grandi frodi fiscali mai scoperte in Italia, con un falso giro di crediti d’imposta in tutta la penisola per 440 milioni di euro.

Lo scorso giugno i giudici hanno riconosciuto al settantaquattrenne sulmonese una capacità amministrativa e operativa nel sodalizio, tant’è che la misura cautelare degli arresti domiciliari era stata disposta in virtù del pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Ora Pallotta torna in libertà.

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