Un giorno in cammino

Quell’azione concreta che Il Germe si aspettava c’è stata. Ieri a Fonte Romana eravamo in tanti a dare un sostegno a Francesco De Chellis e al suo ristorante che, causa chiusura strade lo scorso mese, è rimasto diciassette giorni isolato con tutto ciò che ne consegue a livello economico per un giovane ingegnere che ha deciso di reinventarsi e rilevare l’attività di famiglia. Un duro colpo che ha portato tanta rabbia e disappunto e che nei fatti con lo sciopero della fame ha dato il valido esempio di come combattendo si possono ottenere risultati tangibili. La sua forte azione è valsa un certa accelerazione nelle pratiche di manutenzione (seppur minima). La Frentana è stata così riaperta, la regionale 487 è transitabile (anche se sotto la responsabilità del Comune) e l’estate, nelle sue condizioni di praticabilità, è attesa alle porte.

Dai blocchi sopra Pacentro, simbolo della protesta, fino a Fonte Romana Il Germe ha attraversato così un territorio di indiscutibile bellezza, tra le faggete del Parco Nazionale della Majella con i suoi ruscelli in un paesaggio incantevole che qualcuno ha sorpreso, segno di come molto poco si conosca il circondario e che per amarlo bisogna quantomeno esplorarlo. Ieri è stato un primo passo di questo rapporto e un modo per comprendere pienamente le ragioni che hanno spinto Francesco ad una così forte presa di posizione.

Ma nonostante le strade riaperte e la stagione salvata in extremis la battaglia non può dirsi vinta perché la tutela dei servizi dell’entroterra è un affare ancora tutto da risolvere. Lo hanno ricordato nel corso di “Il Germe incontra: aree interne e resilienza” quelli del Comitato territoriale Alto Sangro. Messa in sicurezza parte della Marsicana, resta da intervenire sulla regionale 509 da Opi al valico di Forca d’Acero, sulla regionale 479 da Villetta Barrea a Scanno, e la provinciale per Scontrone. In mille hanno sottoscritto una petizione nei mesi scorsi, cittadini ai quali si chiede ora di impegnarsi nella formazione di un “movimento unitario” attraverso il quale attivarsi per far fronte a diverse criticità dell’entroterra, “per prevenire rischi ed ulteriori danni alle popolazioni montane”. Un appello quello del comitato rivolto anche alle istituzioni, come quelle rappresentate dai sindaci che hanno dato il via al primo sit-in contro la Provincia con il sindaco di Pacentro Guido Angelilli in testa.

Un coordinamento si chiede in sintesi, a partire proprio dai comitati che nei diversi territori si sono formati chi prima chi dopo, tutti con il comune denominatore di una maggiore attenzione alle esigenze che li riguardano. Un osservatorio permanente tutto da formare, insomma, in cui inserire principalmente i giovani. Le prime richieste sono quelle di conoscere nel dettaglio le spese della manutenzione stradale (tra l’altro in procinto di passare all’Anas per buona parte), chiarire la disparità di trattamento tra territori e procedere alla messa in sicurezza dei tratti restanti. Impossibile abbassare la guardia poi in un territorio che subisce continui attacchi da più fronti, ma l’umanità ieri ha avuto la meglio e le coscienze tornano lentamente a risvegliarsi.

Simona Pace

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